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I prezzi degli abbonamenti di ChatGPT sono pronti a aumentare in modo graduale fino a raggiungere e superare il doppio dell’attuale richiesta entro cinque anni. Ad anticipare la strategia di OpenAI è un report del New York Times e si riferisce alle necessità impellente di monetizzare entro il breve periodo. La richiesta arriva dai finanziatori del progetto di funzionalità basate su intelligenza artificiale, che vorrebbero vedere il prima possibile una riduzione delle perdite e quindi un ritorno economico ai miliardi investiti.
Nonostante una stima di 300 milioni di dollari di ricavi lo scorso agosto, OpenAI prevede una perdita complessiva di 5 miliardi di dollari alla fine dell’anno in corso. D’altra parte, c’è da sostenere un enorme costo per le infrastrutture, server, hardware oltre che del personale e dell’affitto dei locali: come riporta il New York Times, sembra che il solo progetto ChatGPT costi circa 700.000 dollari al giorno a OpenAI. Numeri impressionanti, che per il momento si sostengono grazie ai pesanti investimenti, ma è chiaro che la situazione dovrà cambiare, eliminando gradualmente i segni meno e cercando di rendere profittevole il progetto. Secondo quanto rivelato, la nuova tornata di investimenti verserebbe circa 150 miliardi di dollari nelle casse di OpenAI, richiedendo però due anni soltanto di tempo all’azienda di trasformarsi in un business for profit prima che gli investimenti stessi diventino di fatto debiti.
La prima mossa sarà quella di aumentare il prezzo degli abbonamenti alle versioni a pagamento di ChatGPT, sembra di due dollari entro la fine dell’anno. Al momento attuale si pagano 20 dollari all’anno, ma l’obiettivo è quello di arrivare fino a 44 dollari entro cinque anni. La parte più difficile sarà convincere gli utenti a sopportare un aumento così considerevole, soprattutto visto che molti rivali da Microsoft con CoPilot a Antrophic con Claude potrebbero prendere la palla al balzo per garantire un’offerta più competitiva.