Questo articolo è stato pubblicato da questo sito


Fino a qualche tempo fa la moneta preferita dei trafficanti del deep web era il Bitcoin: valuta virtuale allergica alla tracciabilità, che garantiva un discreto anonimato delle transazioni (e nel deep web si transa roba grossa: armi, hacking, droghe…). Ma le cose stanno cambiando da quando nel lato oscuro della rete hanno scoperto Monero e Zcash: giovani valute virtuali, che dal punto di vista della privacy (o criminale, fate voi) sembrano offrire molte più garanzie del caro, vecchio bitcoin, che nel frattempo permette di pagare caffè e pizze in giro per il mondo. Ma andiamo con ordine.
Tutto inizia verso la fine di agosto del 2016, quando Oasis e AlphaBay, i principali mercati della darknet (Alpahbay è uno dei siti più popolari dove acquistare stupefacenti) annunciano di integrare Monero come sistema di pagamento. Per una curiosa coincidenza, hanno realizzato all’unisono che il bitcoin, fino ad allora dominus del web oscuro come valuta per ogni tipo di commercio, non è così anonimo come sembra.
A sancire il passaggio ci pensa un articolo su Reddit dal titolo inequivocabile: Avviso Importante per tutti quelli che vogliono usare Monero e non finire in galera.
In realtà Monero esiste da più di due anni, durante i quali gli sviluppatori hanno approfittato per testarne la sicurezza. A differenza di Bitcoin, utilizza il protocollo CryptoNote e alcune differenze algoritmiche sull’uso della blockchain, che per ora – è bene sottolinearlo – fanno sì che le transazioni non possano essere rintracciate e l’identità del mittente e del destinatario dei pagamenti siano totalmente protette.
Leggi anche
Intervistato da Darwebnews, sito specializzato in notizie dal dark web (non è uno scherzo: esiste davvero), Riccardo Spagni, uno degli sviluppatori di Monero ha spiegato che “L’obiettivo principale del progetto era proprio quello di creare una moneta digitale che consentisse la massima privacy dell’utente”. Spagni, a dispetto del nome italiano, è cittadino del Sudafrica, come racconta la sua bio su Steemit. Secondo Roger Ver, noto come “il Gesù del Bitcoin” per il suo sostegno allo sviluppo della criptovaluta nei suoi primi anni di vita, Monero ha un protocollo di sicurezza molto, molto elevato e questo è un vantaggio sostanziale sul Bitcoin”. A oggi è l’ottava criptovaluta più diffusa: 284 milioni di dollari di capitalizzazione e al cambio si attesta sui 19 dollari.
Zcash invece è una valuta abbastanza recente: è stata lanciata nel gennaio 2016, per tutelare la privacy con una tecnica di crittografia all’avanguardia chiamata zk-Snark, che nasconde tutte le transazioni degli utenti e li protegge anche dalla criminalità informatica. Così almeno sulla carta, perché essendo una criptovaluta abbastanza nuova Zcash deve ancora dimostrare la sua forza. D’altro canto il team di sviluppatori di Monero non ci sta farsi rubare il primato di criptovaluta “sicura” ed è continuamente alla ricerca di tecniche di difesa, come Ring CT, che introduce una versione migliorata delle firme anonime. In gioco c’è la conquista degli utenti più timorosi della propria privacy e di riflesso quella del deep web, il frutto più oscuro della globalizzazione, che ancora continua a generare profitti nonostante i colpi inferti dalle polizie di tutto il mondo.
Vuoi ricevere aggiornamenti su questo argomento?