martedì, Maggio 30, 2023

Scontro filosofico tra Rafael Leão e Lautaro Martínez

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Anche il loro background racconta due universi differenti. L’attaccante milanista è di origini angolane, ma tutta la sua carriera si è formata in Europa: prima in Portogallo, suo Paese natale, poi in Francia, dove ha giocato la sua prima stagione da protagonista con la maglia del Lilla. Tra i suoi idoli ci sono Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic («se non parlo di lui, mi ammazza!», ha detto scherzando), ma forse il modello a cui guarda con maggiore interesse, anche se ha quasi la sua stessa età, è Kylian Mbappé: il prototipo di calciatore moderno, quello che più di tutti sa abbinare qualità e frenesia. Nella tradizione portoghese del palleggio Leão è un’anomalia, nonché la sottolineatura della direzione che sta prendendo il calcio: l’idea che il futuro appartenga ai nuovi Superman, e guai a chi non riesce a stargli dietro.

Lautaro Martínez è invece l’ultimo discendente del fútbol argentino, pienamente calato nella realtà dei grandi attaccanti moderni dell’Albiceleste: uno dei paragoni più indovinati è quello con Sergio Agüero, favoloso centravanti ex Manchester City in grado di rivestire vari ruoli nel corso della carriera prima di affermarsi come numero nove atipico, visto che, come l’interista, non arriva ai 175 centimetri di altezza. Proprio da Agüero, Lautaro ha raccolto l’eredità dell’attacco della Nazionale argentina, con cui ha vinto la scorsa estate la Copa América: il primo grande trofeo della Selección dal 1993, dai tempi in cui la maglia numero nove era sulle spalle di Gabriel Omar Batistuta. Il legame con i colori nerazzurri era forte sin da prima: Lautaro è cresciuto ed esploso nel Racing Avellaneda, il club in cui Diego Milito, eroe del triplete interista, ha cominciato e chiuso la carriera.

Il duello a distanza

Tra Sassuolo-Milan e Inter-Sampdoria, dunque, si chiarirà la strada che prenderà lo scudetto 2021/22. Sarà il primo trionfo in Serie A dei rossoneri dopo undici anni o sarà l’anno della seconda stella per i nerazzurri? Il testa a testa tra le due milanesi ha prodotto uno dei campionati più avvincenti degli ultimi anni, con ribaltoni e sorprese che hanno movimentato la storia della stagione. Lo scenario protrattosi fino all’ultima giornata senza che il titolo fosse ancora assegnato, una situazione che in Serie A non si verificava dalla stagione 2009/10, evidenzia l’assoluto equilibrio che ha caratterizzato il torneo.

Comunque vada, la suggestione che il duello a distanza tra Milan e Inter sia un faccia a faccia tra Leão e Lautaro, le due star delle rispettive squadre, è forte: chi riuscirà a spuntarla, sarà senza discussione il giocatore Mvp del campionato.

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