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I primi due episodi di Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere, che debutta il 2 settembre su Prime Video, sono stati mostrati alla stampa su un grande schermo in una sala di cinema, e a ragion veduta: in questo modo danno del loro meglio, sono spettacolari, visivamente maestosi, scenograficamente imponenti, di quel grandeur cinematografico a cui ci avevano abituati i film firmati da Peter Jackson. La serie è ambientata molti, molti anni prima gli eventi di Il Signore degli Anelli e di Lo Hobbit – le pellicole cinematografiche di epocale successo ispirare dal re del fantasy “classico” Jrr Tolkien – e segue un folto gruppo di protagonisti (quelli principali sono più di venti, la prima metà l’abbiamo introdotta nella guida che trovate qui) di abitanti di razze differenti della Terra di Mezzo.
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L’eroina di Gli anelli del potere è una fan favourite di seguaci letterari e non: l’evanescente elfa Galadriel ai tempi interpretata dall’abbagliante Cate Blanchett, che nella sua versione giovanile con le fattezze di Morfydd Clark è una guerriera assetata di vendetta. Ha perso l’adorato fratello nella battaglia contro gli orchi del crudele Sauron ed è l’unica a credere che il supercattivo sia ancora vivo, intento a ordire funesti piani di distruzione e conquista. Destinata a incrociare i rispettivi percorsi, una miriade di elfi, umani, nani, hobbit che i primi due episodi introducono in un lungo prologo. Tra questi, il saggio mezzelfo Elrond, l’impetuoso nano Durin, il naufrago umano Halbrand, la giovane hobbit Nori e il misterioso Straniero. Alcuni sono volti riconoscibili al pubblico cinematografico e ai lettori della saga fantasy, altri sono stati creati apposta per lo show, in modo da offrire un approccio familiare ai veterani del mondo creato da Tolkien e intrigare con qualche novità.
In questa prima fase introduttiva alcune figure si presentano subito come più stimolanti di altre: questa Galadriel piuttosto diversa da quella che conosciamo è il fulcro di tutto, ma la narrazione salta da un luogo e da un gruppo di personaggi all’altro con esiti altalenanti. Alcuni momenti sono entusiasmanti, altri fanno vacillare la soglia dell’attenzione. È un ostacolo che verrà molto probabilmente assorbito quando la maggior parte di queste figure si incroceranno e riuniranno ma che nei primi due episodi rende la fruizione un po’ scostante. Saltando da un personaggio all’altro, il doppio episodio pilota salta come accennato anche da un luogo all’altro. E da un panorama all’altro, ed è qui che si manifesta il massimo potenziale della serie: visivamente è da togliere il fiato. Il dispiego di Cgi (e di budget) a cui è stato ricorso per ricreare questo mondo fantastico non ha eguali su piccolo schermo, e ben pochi sul grande.