giovedì, Maggio 16, 2024

Sole, abbiamo ripreso per la prima volta una rara turbolenza

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Per la prima volta nella sua lunga traiettoria verso il Sole, la sonda Parker della Nasa è riuscita a immortalare una particolare turbolenza all’interno di un’espulsione di massa coronale, una fuoriuscita di materiale proveniente dalla corona della principale stella nel nostro sistema planetario.

Il Naval research Llaboratory (Nrl) statunitense ha confermato che la pionieristica sonda ha osservato il fenomeno nel momento in cui un’espulsione di massa coronale (Cme, dall’inglese coronal mass ejection) ha interagito con il vento solare attorno alla stella. I risultati del Wide-field imager a (Wispr), uno degli strumenti a bordo di Parker, sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal e documentano la presenza di vortici all’interno del Cme. Si tratta dell’instabilità di Kelvin–Helmholtz, un evento generato dall’interazione di due fluidi in rapido movimento.

Una turbolenza che non era visibile

I ricercatori si sono detti sorpresi dall’impresa di Parker. Questi “vortici spaziali” di solito si verificano su scale troppo piccole per poter essere fotografati. L’alta sensibilità di Wispr e la vicinanza della sonda Parker al Sole ci ha però regalato le prime immagini dell’instabilità.

Con grande sorpresa del team Wispr, le immagini di uno dei telescopi hanno mostrato quelli che sembrano vortici turbolenti, le cosiddette instabilità di Kelvin-Helmholtz. Queste strutture sono state già fotografate nell’atmosfera terrestre sotto forma di serie di nuvole a forma di onda e sono il risultato di un forte wind shear [una variazione improvvisa nell’intensità e nella direzione del vento, Ndr] tra gli strati superiori delle nuvole e quelli inferiori“, spiega il rapporto dell’Nrl.

Le instabilità di Kelvin–Helmholtz riprese dalla sonda Parker

Le instabilità di Kelvin-Helmholtz sono un fenomeno raro da riprendere e secondo il team responsabile della sonda Parker potrebbero offrire nuove opportunità di ricerca a scopi di difesa planetaria. La comprensione delle dinamiche di queste turbolenze solari consentirebbe infatti di mettere a punto dei protocolli per rispondere alle tempeste geomagnetiche e prevenire un possibile blackout delle telecomunicazioni. La relazione dell’Nrl sottolinea che Wispr potrebbe essere l’unico mezzo attualmente disponibile in grado di fotografare il fenomeno, grazie alla sua posizione privilegiata rispetto al Sole.

L’impresa della sonda Parker

La sonda Parker viaggia nello spazio dal 2018 con l’obiettivo di per avvicinarsi il più possibile al Sole, arrivando a 6,2 milioni di chilometri dalla fotosfera. I suoi strumenti sono stati progettati per resistere all’intensa traversata e alle condizioni estreme che sono destinati a incontrare. La missione di Parker non ha precedenti nella storia: la sonda dovrà determinare la struttura e le dinamiche del campo magnetico della corona solare, oltre a studiare il vento solare.

Nell’ottobre 2023 Parker è diventato ufficialmente lo strumento più veloce mai costruito dall’uomo, dopo aver infranto la barriera dei 600mila chilometri orari sfruttando l’attrazione gravitazionale del Sole. Ma non si tratta del suo unico record: la sonda può infatti vantare anche il titolo di oggetto più vicino al Sole, a 7,26 milioni di chilometri dalla superficie della stella.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired en español.

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