giovedì, Maggio 16, 2024

Franciacorta, la sfida tech

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Il cambiamento climatico richiede che l’agricoltura si evolva verso pratiche più sostenibili. Tra le aree che meglio stanno rispondendo a questa istanza c’è la Franciacorta, in provincia di Brescia. La viticoltura è una delle principali attività economiche della zona, con migliaia di ettari tra Brescia e l’estremità meridionale del lago d’Iseo dedicati alla coltivazione delle uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. Queste varietà pregiate sono utilizzate nella produzione dello spumante Franciacorta, uno dei pochi vini frizzanti italiani ad aver ottenuto, nel 1995, il massimo riconoscimento di qualità: la Denominazione di origine controllata e garantita (Docg).

Di recente, il Consorzio Franciacorta – la società che ha lo scopo di valorizzare e tutelare la produzione vitivinicola del territorio – ha presentato il rapporto sulle attività del proprio Ufficio ricerca e sviluppo, raccontando tutti i progetti che sono stati attivati nel territorio nel corso degli ultimi anni. Nel rapporto, presentato a fine marzo nell’azienda Le Marchesine, si far riferimento a tecniche basate sul telerilevamento e sull’intelligenza artificiale, per il monitoraggio delle coltivazioni ma anche di miglioramento genetico e di riutilizzo di scarti industriali. Vediamo le tecnologie più promettenti:

1. Droni e AI
2. Utilizzo degli scarti industriali
3. Editing genetico
4. Sensoristica

Droni e AI

Il progetto “Biovit-IA” coordinato da Agrofood Research Hub (Arh) – centro di ricerca dell’Università degli Studi di Brescia –, ha come obiettivo quello di esplorare la biodiversità nell’agroecosistema dei vigneti della Franciacorta attraverso il telerilevamento e l’intelligenza artificiale, utilizzati in combinazione all’analisi molecolare degli organismi. Attraverso queste tecnologie si mira a identificare le diverse comunità vegetali presenti nell’area viticola in modo da rendere più efficienti le varie attività e i processi implementati delle aziende vinicole. Una più precisa mappatura dei tipi di piante erbacee è di fondamentale importanza poiché consente una migliore organizzazione delle semine e una comprensione più profonda delle interazioni tra le piante, la qualità del suolo e il loro impatto sulla vite. Questo approccio consente alle aziende agricole di prendere decisioni più consapevoli riguardo alla gestione del terreno e della vegetazione.

Insieme alla Statale di Milano stiamo realizzando un modello predittivo sul fabbisogno idrico dell’intera area nei prossimi trent’anni”, ha spiegato Mario Falcetti, direttore ed enologo di Quadra e responsabile dell’R&D del Consorzio. Il telerilevamento coinvolge l’uso di droni per acquisire immagini ad alta risoluzione dell’agroecosistema vigneto, consentendo di ottenere dettagli precisi sulla copertura vegetale e rilevare variazioni nella biodiversità. Le immagini raccolte vengono quindi analizzate tramite modelli di intelligenza artificiale, addestrati su grandi dataset, per identificare automaticamente le varie categorie di piante erbacee presenti nell’area. Parallelamente, l’analisi molecolare viene impiegata per studiare le comunità animali e microbiche del suolo e degli strati superiori del sistema agricolo, fornendo informazioni dettagliate sulla composizione delle comunità biologiche presenti nell’ambiente viticolo.

Utilizzo degli scarti industriali

Il progetto Silkrop, attivo in Franciacorta nasce dalla collaborazione dell’Università degli Studi di Milano insieme alla Supsi (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), e si colloca nell’ambito delle pratiche per l’efficientamento degli scarti industriali. Il suo obiettivo principale è valorizzare gli scarti prodotti dall’industria della seta, un esempio d’eccellenza italiana, ma che produce grandi quantità di liquidi industriali inutilizzabili. I ricercatori, però, hanno individuato tra questi scarti una proteina chiamata sericina, con caratteristiche uniche, che potrebbero essere utili nell’agricoltura. Questa sostanza, tradizionalmente considerata un rifiuto, ha dimostrato di possedere proprietà che favoriscono la resistenza delle piante allo stress idrico e termico. “Creando un velo permanente sulla pagina inferiore della foglia, la sericina aiuta la pianta a ridurre la perdita d’acqua per traspirazione”. Se i risultati degli esperimenti finora condotti in Franciacorta continueranno a essere promettenti il progetto potrebbe offrire un nuovo approccio sostenibile per ottimizzare la produzione agricola, trasformando materiali precedentemente considerati rifiuti in risorse preziose per il settore agricolo.

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