venerdì, Maggio 17, 2024

Meta vuole utilizzare il suo visore per l’insegnamento in classe

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Meta potrebbe stupirci con un progetto educativo riservato ai più piccoli. Nella giornata di ieri, infatti, la compagnia ha annunciato che nel corso dell’anno lancerà “una nuova offerta di prodotti dedicati all’istruzione per i dispositivi Quest”, con l’obiettivo di rendere il suo visore VR uno strumento utile per l’insegnamento in classe. Più nel dettaglio, secondo quanto anticipato da Nick Clegg – presidente degli affari globali di Meta – la nuova offerta “consentirà a insegnanti, educatori e amministratori di accedere a una serie di applicazioni e funzionalità specifiche per l’istruzione e di gestire più dispositivi Quest contemporaneamente, senza la necessità di aggiornare e preparare singolarmente ogni dispositivo in classe o in un qualunque ambiente di formazione”.

L’obiettivo di Meta è chiaro: portare il suo Quest nelle scuole. Un progetto ambizioso, supportato da una serie di ricerche che dimostrano che l’apprendimento tramite realtà viruale può migliorare le prestazioni degli studenti, oltre che il loro livello di impegno e soddisfazione. Ci vorrà quindi un po’ di tempo prima che la compagnia riesca effettivamente a mettere in piedi la sua nuova offerta educativa. Lo stesso Clegg, in un’intervista rilasciata di recente, ha dichiarato che si tratta di una scommessa a lungo termine – “Accettiamo che ci vorrà molto tempo e che non faremo soldi a breve” -. Non a caso, Meta ha precisato che il nome e le caratteristiche del prodotto saranno annunciati nei prossimi mesi, anche se ha anticipato che lo renderà disponibile “nei mercati supportati da Quest for Business per le istituzioni che servono studenti di età superiore ai 13 anni”. Questo significa che la nuova offerta educativa della compagnia sarà disponibile negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Giappone e in buona parte dell’Europa occidentale. Italia inclusa.

Inutile sottolineare, quindi, che l’annuncio di Meta ha suscitato non poco stupore nel settore tech, e non solo. Uno slancio verso l’istruzione, infatti, potrebbe significare non solo un’offerta più ampia di contenuti per gli utenti dei visori Quest, ma anche maggiori occasioni per gli sviluppatori che lavorano sull’ecosistema dei dispositivi. Dall’altro lato, però, è impossibile non notare che questo annuncio arriva in una settimana piuttosto difficile per la compagnia, che ha dovuto affrontare numerose critiche per la decisione di abbassare il limite d’età per l’uso di WhatsApp a 13 anni. Nonostante tutto, quello che conta è che Meta abbia scelto di esplorare un settore come quello dell’istruzione. Certo, l’uso di visori VR nelle scuole è senza dubbio in aumento, ma è innegabile che un progetto di questo tipo abbia sollevato non poche preoccupazioni: in primis, riguardo al fatto che gli adolescenti potrebbero passare molto tempo di fronte a uno “schermo” anche a scuola, e in secundis riguardo alla spesa notevole che un istituto dovrebbe affrontare per l’acquisto dei visori.

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