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Il 20 aprile segna l’inizio di una nuova era per bitcoin. È la data in cui avverrà il quarto halving nella storia della criptovaluta, nata nel 2008 dal misterioso programmatore dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Halving è una parola inglese che significa “dimezzamento”, e si riferisce alle emissioni giornaliere di bitcoin. Dal 20 aprile in Europa (mentre l’halving, causa fuso, avverrà dal 19 negli Stati Uniti) la ricompensa ottenuta dai miner per la estrazione di ogni blocco di transazioni sulla blockchain sarà dimezzata da 6,25 a 3,125 bitcoin, determinando così una diminuzione dell’estrazione giornaliera di bitcoin da 900 a 450. Il meccanismo dell’halving è stato previsto dall’ideatore del bitcoin per avvenire ogni circa quattro anni (ovvero ogni 210mila blocchi di transazioni) con l’obiettivo di ridurre l’inflazione della criptovaluta nel tempo, e rafforzare così la sua credibilità nel mercato e la fiducia degli investitori.
Quali saranno le conseguenze?
Un punto fondamentale da comprendere è che l’halving renderà il bitcoin ancora più raro, abbassando di conseguenza il tasso di inflazione annuale della valuta. Attualmente, l’inflazione è dell’1,73%, ma scenderà all’0,86% dopo il dimezzamento. Fin dalla sua nascita il creatore di bitcoin, ha immaginato questa criptovaluta come un bene raro. Perciò ha progettato il sistema in modo tale che la quantità di bitcoin emessi diminuisca costantemente a un ritmo decrescente. Tra circa 120 anni, non saranno più emessi nuovi Bitcoin, garantendo così la loro scarsità nel tempo.
Con l’halving il bitcoin raggiungerà un nuovo primato: avrà il più alto rapporto stock-to-flow al mondo, ovvero l’indicatore della scarsità dei beni. Si ricava confrontando la quantità totale esistente di un bene (stock) con la quantità dello stesso bene che viene prodotta in un dato anno (flow). Dopo l’halving, il rapporto tra lo stock totale di bitcoin e il suo tasso di emissione annuale diventerà più elevato anche rispetto a quello dell’oro fisico. Questo significa che bitcoin diventerà ufficialmente l’asset più raro al mondo.
In che modo reagirà il mercato?
In questi giorni potrebbero verificarsi notevoli oscillazioni di prezzo. Il 17 aprile il prezzo di bitcoin è sceso del 5%, portandosi a un calo del 18% rispetto al suo massimo storico raggiunto il 14 marzo, quando ha toccato i 74.000 dollari. Secondo alcuni osservatori, il mercato sembra aver già incorporato nell’attuale valore del bitcoin l’imminente halving, e di conseguenza non ci sarà un particolare aumento dei prezzi, come è accaduto nei casi precedenti. Questo perché l’attuale dimezzamento non ha lo stesso impatto dei precedenti halving, in cui le riduzioni erano più sostanziali (si è passati da 50 a 25 e poi da 12,5 a 6,25 bitcoin per blocco). L’attuale halving riguarda una cifra già modesta, il che lo rende un fenomeno di minore rilevanza quantitativa.
Tuttavia, non bisogna sottovalutare l’importanza di questo evento come fenomeno di marketing. Il mercato osserva questa dinamica come una prova della resistenza e dell’adattabilità del bitcoin alle sfide tecniche. La dimostrazione di resilienza del bitcoin negli ultimi anni costituisce certamente un segnale positivo per gli investitori e per l’intera comunità delle criptovalute. Quel che è certo è che l’attuale halving di bitcoin, insieme, soprattutto, al lancio di gennaio 2024 degli Etf sulle cripto stanno attirando sempre più attenzione da parte degli investitori istituzionali.
