martedì, Maggio 14, 2024

Stonehenge, il lunistizio maggiore è un’occasione unica per svelarne il mistero

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Stonehenge rimane uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi del nostro pianeta. Gli archeologi ritengono che la struttura rappresentasse al contempo un tempio, un luogo sacro, e anche una sorta di osservatorio astronomico, dove celebrare, osservare e predire eventi celesti come solstizi, equinozi, e via dicendo. Nel giorno del solstizio d’estate, ad esempio, il sole sorge esattamente alle spalle della pietra del tallone, un monolite posizionato all’ingresso del circolo di pietre centrale, per poi illuminare la pietra dell’altare posta nel cuore di Stonehenge. La complessità della costruzione fa pensare che sia stata progettata per molte altre funzioni, ma per ora di certezze ce ne sono ancora poche. Un nuovo progetto guidato da English Heritage, organismo responsabile della gestione del sito, vuole cercare di fare chiarezza una volta per tutte, sfruttando un raro fenomeno noto come lunistizio maggiore, che si ripeterà a gennaio del 2025 dopo più di 18 anni di attesa, per capire se il circolo di pietre è allineato non solo con i movimenti del Sole nel cielo, ma anche con quelli della Luna.

L’allineamento con il Sole

Per quanto misteriosi rimangano Stonehenge e la cultura che lo ha eretto circa 4.500 anni fa, alcune delle sue funzioni sono ormai piuttosto chiare. Tutta la struttura infatti è allineata con i movimenti annuali del Sole, che sorge appena a sinistra della cosiddetta pietra tallone nel solstizio d’estate (si ritiene che una pietra gemella sorgesse accanto a quella rimanente, e che quindi l’effetto fosse quello di incorniciare l’alba), e tramonta sullo stesso asse, all’estremità opposta del circolo di pietre, durante il solstizio d’inverno, in un punto in cui nel lontano passato sarebbe stato incorniciato, ancora una volta, all’interno di un trilite (ormai crollato), mandando i suoi ultimi raggi a illuminare l’altare centrale.

L’importanza dei cicli solari per i costruttori di Stonehenge è quindi evidente, e piuttosto ovvia se si pensa che trattandosi di cultura di coltivatori e pastori, il susseguirsi delle stagioni influenzava tutti gli aspetti della loro vita. In questo senso, il solstizio d’estate può facilmente essere immaginato come un momento in cui celebrare i raccolti e la bella stagione, e quello d’inverno l’occasione per propiziare la fine della stagione fredda, visto che il Sole dal giorno seguente torna a muoversi verso le posizioni in cui sorge e tramonta in estate. Meno ovvio, invece, è se la costruzione di Stonehenge rifletta anche l’interesse per marcare i movimenti periodici della Luna nel cielo notturno.

Come il Sole, anche la posizione della Luna segue un ciclo, anche se molto più rapido e quindi difficile da decifrare per gli archeologi che indagano le rovine di Stonehenge. Per questo, gli scienziati che hanno aderito al nuovo programma di ricerca di English Heritage sperano di utilizzare il prossimo lunistizio maggiore, un fenomeno che segue un ciclo ben più lungo di 18 anni e 223 giorni circa, per verificare se la posizione della Luna in questa occasione venga tracciata in qualche modo dalle pietre di Stonehenge.

Cos’è il lunistizio

Per capire cosa sperano di scoprire, è importante avere chiaro cosa sia un lunistizio. Come il Sole, anche la Luna sorge ad est e tramonta ad ovest, seguendo la rotazione quotidiana del nostro pianeta. E come per il Sole, il punto in cui spunta non è sempre lo stesso: il fatto che il nostro asse di rotazione è inclinato, e che anche l’orbita della Luna lo è rispetto all’eclittica, fa sì che questa si muova sull’orizzonte orientale, sorgendo sempre più a nord, per poi tornare indietro e raggiungere un estremo a sud. Il punto più a nord e quello più a sud in cui sorge la Luna nell’arco di un mese sono chiamati lunistizi, mentre gli estremi assoluti di questo ciclo (il punto più a nord e più a sud in cui può sorgere la Luna) sono definiti lunistizi maggiori, e vengono raggiunti una volta ogni 18,6 anni, circa. Essendo dei punti di riferimento fissi, è pensabile che i creatori di Stonehenge possano averli incorporati nella loro struttura megalitica, utilizzandoli magari all’interno di un gigantesco calendario lunare, o come date rivestite di un valore spirituale, simile a quello dei solstizi.

L’indagine

Credit: English HEritage

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