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Il caso della clonazione finisce al Congresso americano e persino in tribunale, ma Boisselier oggi come allora non ha mai rilasciato alcun dettaglio, continuando ad affermare che la duplicazione è veramente avvenuta. In Raël numerose testimonianze, soprattutto di ex appartenenti al movimento, sostengono che si trattassero di menzogne create ad arte per suscitare scalpore mediatico. Il colpo di scena più eclatante, però, viene dallo stesso Vorilhon, che attualmente vive in Giappone dove ancora oggi fa proseliti e assomiglia sempre di più a Osho: lo stesso uomo, ormai invecchiato ma sempre convinto delle sue connessioni aliene, è la vera chicca finale di questa docuserie che gioca costantemente sul crinale sottile dell’incredulità. Sarà lui stesso ad ammettere che della clonazione non gli è mai interessato nulla, dell’attenzione dei media molto di più.
Come da manuale, nella docuserie emerge che il movimento raeliano aveva sostanzialmente soggiogato i suoi adepti in una specie di ipnosi da cui è stato difficile risvegliarsi. Eppure anche questo Raël aveva le carte in regola per essere bollato fin da subito come il più eclatante dei truffaldini: una teoria di fondo più farneticante che sostanziale, un magnetismo chiaramente seduttivo e allusivo (andate a chiederlo all’Ordine degli angeli, le sue assistenti personali sempre mezze nude), un amore spasmodico per l’acclamazione, la fama e la ricchezza. A rendere il caso unico, però, è la svolta sci-fi che ancora oggi è tanto incredibile quanto suggestiva. Molto prima de Il problema dei 3 corpi, migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo erano pronte a credere che gli alieni sarebbero arrivati sulla Terra per salvarci dal nostro destino di mediocrità. In pochi, purtroppo, si sono resi conto che l’unica cosa che superava le distanze intergalattiche era l’ego del loro santone.
